IL SALUTO DEL PARROCO


immagineAffido a una riflessione il mio saluto, il mio ringraziamento per ciò che di bello ho ricevuto e il mio chiedere scusa per le mancanze che ho com- messo in questi tre anni di cammino assieme. La vita del sacerdote è bella, un po piena di mistero ma profondamente umana. Quale il mistero che la avvolge, quale mistero quasi incomprensibile? E la chiamata che vi è associata. Questo è il fondamento di ogni vita sacerdotale: un dialogo di amore che parte da Dio, il quale nella sua bontà si rivolge a noi e ci invita a stare con Lui e al tempo stesso partire per annunciare Lui . Nel nome del Signore Gesù il sacerdote offre se stesso per sempre, anche se non sa ciò che lo aspetta. Si affida, come Pietro, semplicemente alla Sua Parola: sulla tua parola, lancerò le reti (Lc 5,5). Questa consegna ha ricevuto il suo sigillo, con l olio, nel giorno della consacrazione. Per questo possiede qualcosa che sovrasta, qualcosa che non si può pos- sedere e nemmeno manipolare. Il sacerdote annuncia la Parola, che in primo luogo illumina se stesso; amministra i Sacramenti che sostengono anche lui; è a servizio della comunità, da cui proviene e a cui è inviato come servo di Cristo e am- ministratore dei misteri di Dio (1Co 4,1). Rinnova tutti i giorni la sua vita nell Eucarestia, unendosi all offerta di Cristo al Padre. Però il nostro sacerdote è un uomo e sa che porta un tesoro in vasi di argilla (2Co 4,7). Convive con le luci e le ombre del tempo in cui viviamo. Coltiva, a par- tire dalla fede nel Cristo, il desiderio di una società fraterna e solidale, dove nessuno è scartato o è in più . Non è mai pronto completamente ma è cosciente di essere uno sempre in cammino, in un quotidiano costruirsi e ricostruirsi. Sogna, gioisce, soffre e piange. A volte è tentato di perdersi d animo. Sa capire e compatire le debolezze altrui perché anche lui ha bisogno di misericordia e di accoglienza. Vive in un cammino di ricerca della santi- tà perché si riconosce peccatore. Sa apprezzare l amicizia che le famiglie sanno offrire. E cosciente di essere inviato in mezzo al popolo e, come dice papa Francesco, sente la gioia di essere popolo . In fin dei conti condivide con ogni suo parrocchiano la dignità maggiore: quella di essere battezza- to. Le persone gli confidano ciò che hanno di più sacro nel loro cuore, per- ché sanno che lui non è un consigliere di affari ma uomo di orecchi at- tenti, di cuore misericordioso e di parole di speranza. E il padre spirituale che aiuta nel cammino di fede e gioisce al vedere che il seme, lanciato alla terra, germoglia e produce il frutto. Ma, forse, la sua grandezza più apprezzata è il suo distacco dalle cose. E un uomo libero. Pronto per partire per un altra missione, appena glielo si richiede. Sa che altre persone, famiglie e comunità lo aspettano. Allora, torna a ripetere l offerta della sua vita con gratitudine, gioia e umiltà, senza calcoli umani. Confidando nella parola che il Signore ripete ai suoi servi di generazione in generazione: Vai! Io sono con te (Libro dell Esodo 3,12).

xxx Fonte : duomorovigo.it
inserito il 13 ottobre 2017 (1424)
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